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Pratiche Colturali

Sviluppo naturale

Descrizione dell'unità produttiva

In questi ultimi anni, l’oliveto ha subito un notevole intervento di bonifica agraria, attraverso opere che hanno interessato il terreno agrario, il sesto d’impianto e la conversione in irriguo, opere tali da consentire un notevole ammodernamento dell’intera unità produttiva. L’oliveto, specializzato, è formato da alberi allevati con la classica forma del “vaso barese” e tutti della varietà autoctona Coratina. 

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Al fine di apportare in modo naturale sostanza organica al terreno (Humus stabile), viene praticato sia l’inerbimento temporaneo favorendo la crescita della flora spontanea poi interrata, sia il sovescio di una leguminosa quale il favino. Queste operazioni consentono anche la formazione di un substrato ottimale per lo sviluppo di organismi utili ed una naturale difesa del suolo soprattutto dall’erosione. Caratteri agroambientali: cenni di geologia, pedologia e clima. Il terreno agrario è classificato a tessitura franco-sabbiosa con un buon equilibrio tra le tre principali frazioni componenti la terra fina. Buone caratteristiche nei riguardi del comportamento all’acqua, la reazione ricade nel campo della sub-alcalinità, sufficientemente tollerata dalla coltura, il terreno è riccamente dotato di sostanza organica così come di azoto, e di tutti gli altri macro elementi necessari alla pianta. Nel complesso il terreno agrario risulta facilmente lavorabile ed è caratterizzato da una buona e naturale fertilità agronomica. I caratteri climatici sono caratterizzati da andamenti variabili negli anni ma generalmente con inverni miti ed estati calde . Le temperature medie annue sono di 17° C , con minime di circa – 4° C e massime molto prossime ai 40°C; l’escursione annua è quindi molto accentuata e, nell’arco delle stagioni di transizione, è altrettanto elevata l’escursione giornaliera. La pluviometria si aggira tra i 600 e gli 800 mm. di pioggia all’anno , concentrati principalmente nel periodo autunno-invernale.

Migliori pratiche ambientali
Gli oliveti biologici

La base normativa che disciplina il metodo di produzione biologico sono oggi rappresentati oggi dai Reg. CE 834/07 e CE 889/08. La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali. Il metodo di produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione, provvedendo da un lato ad un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici dei consumatori e, dall’altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente. 

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Un prodotto biologico è tale se sottoposto a particolari tecniche di coltivazione, vengono sancite importanti restrizioni per quanto concerne l’uso di fertilizzanti ed antiparassitari chimici e non sono ammessi organismi geneticamente modificati (OGM) e i prodotti ottenuti sulla loro base. Gli elementi essenziali del sistema di gestione della produzione biologica sono la gestione della fertilità del suolo, il riciclaggio delle materie organiche e le tecniche colturali. Il metodo biologico utilizza solo concimi ed ammendanti di origine naturale, tecniche agronomiche che prevedono la salvaguardia dell’ecosistema e l’aumento della fertilità del terreno, le malattie delle piante e gli insetti dannosi vengono combattuti utilizzando prodotti naturali e/o antagonisti biologici. Non è previsto il diserbo, pratica che oltre ad immettere nell’ambiente principi attivi dannosi, distrugge la sostanza organica che invece è indispensabile al terreno. Come si vede dalla foto, l’erba spontanea viene fatta crescere per poi essere interrata con l’aratura. Gli stessi residui della potatura vengono frantumati, macinati ed interrati. Queste operazioni forniscono, in modo naturale, sostanza organica al terreno e restituiscono alle piante tutti i microelementi necessari alla loro crescita e sviluppo.